Bel titolo per il primo post di un nuovo blog, no?
Beh, lo ammetto, non è farina del mio sacco. Si comincia bene, direte voi…
La piattaforma web su cui sto scrivendo (WordPress, per chi non avesse notato il rimando in fondo ad ogni pagina) contiene un primo articolo d’esempio che si chiama proprio “Ciao mondo!”.
Non ho fatto altro che mantenere il titolo originale, dunque.
Ma si tratta davvero di un titolo “originale”, ovvero inedito?
I più “tech” di voi lettori sapranno che, no, non è un titolo originale.
Spesso, in campo informatico, per fare degli esempi si usa spesso questa frase e la sua corrispondente in lingua inglese: “Hello, world!”.
Allora, chi è stato il primo ad aver avuto questa idea…?
Dobbiamo viaggiare indietro nel tempo fino al 1974.
L’Italia è scossa dal terrorismo (piazza della Loggia e Italicus) mentre gli Stati Uniti iniziano l’anno in pieno scandalo Watergate.
Proprio negli Stati Uniti, un trentaduenne di belle speranze, Brian Kernighan, scrive un breve tutorial (ancora disponibile qui) su come utilizzare un nuovo linguaggio di programmazione realizzato dal suo collega Dennis Ritchie; i due lavorano ai Bell Labs (sì, Bell come A.G. Bell, l’inventore della telefonia) quindi non sono proprio dei parvenu della tecnologia.
Il nuovo linguaggio di programmazione si chiama C ed è destinato a soppiantare il suo predecessore, il linguaggio B; della fantasia degli informatici ne parleremo in un post a parte 😉 .
Kernighan subito a pagina 1 rompe gli indugi e scrive questo “storico” esempio, un piccolo frammento di codice:
main( ) { printf("hello, world"); }
La parola main (“principale”, in inglese) sta ad indicare che quello che segue è il gruppo di istruzioni che il computer deve iniziare ad eseguire per primo e printf (abbreviazione di print formatted, “stampa formattato”).
Il testo originale è quindi “hello, world” e, se siete amanti della precisione, prendete nota delle minuscole e della virgola.
Da allora “hello, world” è diventato lo standard de facto per introdurre l’utilizzo di un nuovo linguaggio di programmazione: ad oggi ne sono stati censiti ben 603 da un apposito sito.
E, sempre da allora, le belle speranze di Kernigham e Ritchie si sono concretizzate in milioni di mal di testa per altrettanti studenti di informatica.
Il “Kernigham & Ritchie”, così è affettuosamente chiamato il più famoso manuale del linguaggio C, è ancora irrinunciabilmente presente nella biblioteca di chiunque si avvicini alla programmazione.
Un linguaggio, il C, che infatti assolutamente non sente il passare del tempo ed è sempre nella Top Ten dei linguaggi più richiesti dal mondo del lavoro (fonte IEEE su dati CareerBuilder 2020).
Rimane però un dubbio o meglio una curiosità.
A chi si è ispirato Brian Kernigham per quel suo “hello, world”?
La domanda è stata posta da Forbes India allo stesso Kernigham nel 2011, in un’occasione triste, ovvero la morte di Ritchie avvenuta il 12 ottobre dello stesso anno.
La risposta non è molto soddisfacente, però.
Un pulcino e un uovo.
Già: chi si aspettava un messaggio con un significato profondo, di apertura verso il mondo reale, in un’epoca in cui i computer erano relegati in stanze dedicate, soprattutto perché avevano delle dimensioni paragonabili a grossi armadi, può legittimamente rimanere deluso.
Se voi invece siete arrivati qui e non siete rimasti troppo delusi da questo post avete superato il test del mio “numero zero”.
Benvenuti!
6 risposte su “Ciao mondo!”
Il miglior commento che posso fare è: Carissimo!!! 😏
Main ( ) {
printf(“in bocca al lupo”)
}
Crepi!
Grazie per aver dato una spiegazione alla moda delle persone di scrivere “Ciao Mondo” nei post… Credo che quasi tutti lo facciano inconsapevolmente ma io adesso me ne sono fatta una ragione 😊. Non posso dire lo stesso sulla fantasia degli informatici ahahhahhahha.
Ma prego!
E per la fantasia… finché c’è vita c’è speranza 😉
Molto interessante! E sono molto contenta di aver superato il test del tuo “numero zero” 😀